Palikè, il più antico santuario siculo

Palikè, un cartello turistico che segnalava questo sito, di cui ignoravo l’esistenza, un cartello incontrato per caso lungo il tragitto al rientro da un’ escursione nel territorio di Mineo.

Percorrendo una strada che in questo periodo è uno splendore costernata da campi di grano, ad un certo punto vedo lì in lontananza una parete rocciosa di colore rosso e nero, con una grande grotta e tante porte scavate nella roccia a diverse altezze. Ad impatto mi è sembrata quasi una di quelle riserve indiane che ancora esistono nei luoghi remoti dell’America.

Mi sono sentita subito attratta da tale visione.

Palikè è un’area archeologica che sorge in località Rocchicella, su un contrafforte basaltico a ridosso della vallata del fiume Margi, nei pressi di Palagonia, da cui dista circa 1 Km, sebbene dall’inizio del secolo scorso sia stata annessa al territorio del Comune di Mineo.

Il sito è stato acquisito dalla Regione Sicilia che ha adibito anche un’ area espositiva per esporre i materiali rinvenuti dagli scavi. Dal 1995 le campagne di scavo condotte hanno permesso di individuare la presenza di strati archeologici che dal Mesolitico arrivavano all’età sveva.

Le notizie sull’antica città sono incerte: ne parla Diodoro Siculo affermando che venne rifondata da Ducezio nel 453 a.C.

La città di Palikè fu fondata sull’altura che domina la pianura dove si trovava l’antico santuario dei Palici, divinità indigene ben presto inserite nel pantheon greco. Secondo il mito greco, gli dei Palici sarebbero nati dall’unione di Zeus con la ninfa Talia, il tempio sarebbe sorto sulle rive mefitiche del laghetto (oggi non più visibile) dove si svolgevano alcuni riti tramite i quali i sacerdoti eseguivano vaticini e ordalie.

Dagli scavi sono stati rinvenuti nella zona antistante la grotta, i portici e la sala da banchetto risalenti al V sec. a.c. che probabilmente furono costruite grazie all’iniziativa di Ducezio, capo siculo che avrebbe fissato la sede della sua lega di città sicule proprio presso il santuario del Palici.

Tutta l’area in questione è ricca di grotte ed ha davvero una forza magica, che solo permanendo si può sentire, è come uno spazio fuori dal tempo e se voleste risalire la scala scavata nella roccia che porta in cima all’altura, godrete di una vista superba sulla Valle dei Margi e vedrete in questo periodo primaverile una vegetazione rigogliosa, ricca di fichi d’india e fiori coloratissimi che non ho incontrato da altre parti, infatti il luogo così preservato costituisce una riserva naturale a protezione di piante ed animali.

Voi andateci, io ci tornerò!

Info orari e biglietto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Palikè