Scicli, richiamo del Sud

Perché ogni anno in estate sento il richiamo di Scicli?

Scicli…il ricordo della campagna, i suoi odori ed i suoi sapori, la calura estiva,  il mare cristallino e le lunghe e larghe spiagge senza calca, i sapori della cucina, la bellezza architettonica, i vicoletti illuminati di notte con maestria di chiari e di scuri, la gente che incontri per le strade e con le quali ti fermi a parlare…Un luogo senza fretta dove il tempo si dilata a dismisura soprattutto nelle giornate estive.

Ne rimasi affascinata moltissimi anni fa quando appena iniziava a cavalcare l’onda del suo infinito potenziale, e di anno in anno, nonostante le difficoltà che noi siciliani incontriamo spesso e volentieri per far decollare e vivere la bellezza del nostro territorio, si può dire che Scicli la spunta. Così come la spuntano i suoi abitanti che consci della propria ricchezza, sopperiscono laddove vi sono carenze, tramite società cooperative, al fine di poter far visitare palazzi e chiesette di gran valore.

La storia di Scicli è veramente antica, basti pensare ai suoi insediamenti rupestri e tardo-bizantini di Chiafura e Castellaccio ed alla sua lunga storia con la colonizzazione dei Greci e dei Romani e con il dominio degli Arabi, dei Normanni e degli Aragonesi.

La sua posizione è particolare poiché si trova all’incrocio di tre valli: Val di Modica, Val di Santa Maria la Nova e Val di San Bartolomeo.

Inizialmente la città sorgeva sul colle San Matteo, dove rimangono anche i resti del castello, ma dopo il terremoto del 1693, la città fu ricostruita a valle in stile barocco, ed è grazie alla bellezza dei suoi palazzi e delle sue chiese, che nel  2002 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, in particolar modo una via le è valso questo riconoscimento, la via Francesco Mormino Penna, è un tripudio di chiese tardo barocche, palazzi neoclassici, liberty e rococò, qui luce, spazio ed armonia sono tutte in equilibrio.

La città io la gusto sempre secondo due prospettive:

  • Dal basso, lasciandosi coinvolgere dal fascino di alcuni suoi vicoletti con archi e ponti che attraversano un fiume che poco scorre, ma che comunque di notte dà sempre suggestione, dai suoi ristorantini, quali dei molti slow food, dai suoi localini, e da alcuni shop che vendono pezzi di artigianato locale;

  • dall’alto, sia dal colle San Matteo, dove si trova l’omonima chiesa che sebbene non visitabile per l’incompiutezza della sua ricostruzione, dalla sua terrazza fornisce una bellissima vista, e più in alto ci sono pochi resti di quello che era il castello e sia dal colle San Marco, tramite la visita al bellissimo Complesso di Santa Maria della Croce, un sito religioso composto da una chiesa, un convento, un oratorio e cortili. Fu fondato dai Francescani nel 1528. Il complesso è ben tenuto, poiché fu ristrutturato, e da qui si possono ben vedere tutte le abitazioni rupestri e tutta la città di Scicli, inoltre è davvero un luogo  di pace e meditazione e nelle giornate più calde, è anche uno dei luoghi da visitare dove potrete trovare della preziosa ombra. Ho davvero un ricordo positivo della mia visita in questo luogo,  impreziosito ancor di più dalla presenza della mia bellissima Gina e dalla mia cara amica Silvia.

Prima di lasciare l’abitato di Scicli, voglio ricordare ai lettori che Scicli è diventato scenario de “Il Commissario Montalbano” famosa fiction televisiva, nata dalla penna dello scrittore siciliano Andrea Camilleri.

Inoltre, voglio elencare una lista di monumenti da non perdere:

  • Palazzo Beneventano
  • Palazzo Bonelli
  • Palazzo Spadaro
  • Palazzo Fava
  • Chiesa di San Matteo
  • Chiesa di San Bartolomeo
  • Chiesa di Sant’Ignazio
  • Chiesa di Santa Maria La Nova
  • Chiesa di Santa Teresa
  • Convento della Croce
  • Convento dei Cappuccini.

Scicli, come dicevo inizialmente, non è solo nella sua bellezza architettonica, ma anche nelle sue località marine, quali Cava D’Aliga, Samperi con la spiaggia Pisciotto e la sua Fornace Penna che si staglia contro il mare, e l’incantevole parco Costa di Carro, ed infine Donnalucata, altra piccola e graziosa frazione marinara.

Infine, sono i prodotti culinari preparati con ingredienti derivanti dal territorio, che accentuano il sapore del ricordo di Scicli, in primis la “scaccia”, prodotto da forno della tradizione contadina a base di grano duro esternamente e ripiena di verdure, ortaggi e/o formaggi. Le classiche sono pomodoro e cipolla, ricotta e cipolla, ricotta e salsiccia, pomodoro e melanzana.

E poi tutta la pasticceria, della quale consiglio la “testa di turco”, dolce della festa della Madonna delle Milizie, che è un enorme bignè ripieno di crema o ricotta dolce. Sta a simboleggiare la testa dei Turchi, in ricordo della sconfitta subita contro i Normanni. Questo dolce si può comunque trovare tutto l’anno e non solo a fine maggio in onore della festa.

Buonissimi i gelati, granite e dolcetti preparati a base di mandorle e farina di carrubbe, da ricercare i “Mustazzola” preparati con mosto, sciroppo e miele di carrubbo, mandorle, arance.

Motivi per visitare Scicli e farsi conquistare ce ne sono tanti, ed ognuno vi lascerà soltanto una sensazione positiva, e vorrete ritornarci ancora e ancora.